Cos’è la gestione attiva e quali sono le sfide?

La gestione attiva punta a battere il mercato, affidandosi a gestori esperti che selezionano azioni o strumenti con l’obiettivo di ottenere rendimenti superiori agli indici di riferimento (benchmark). Tuttavia, questa strategia presenta delle sfide significative:

  • Performance sotto esame: Molti studi, tra cui quelli del SPIVA (S&P Indices Versus Active), dimostrano che oltre l’80% dei fondi attivi non riesce a battere il benchmark su un orizzonte temporale di lungo termine.
  • Costi elevati: Le commissioni più alte associate ai fondi attivi tendono a ridurre i rendimenti netti per gli investitori.
  • Rischio di scelta sbagliata: Non tutti i gestori attivi hanno la capacità di individuare le giuste opportunità di mercato, e il rischio di seguire trend o errori soggettivi è elevato.

In questo contesto, la bravura di un consulente finanziario diventa cruciale: selezionare quei pochi fondi attivi capaci di superare il benchmark e giustificare i costi maggiori rispetto ai fondi passivi richiede un’analisi rigorosa e competenze approfondite.


Cos’è la gestione passiva e perché convince sempre più investitori?

La gestione passiva, invece, segue un approccio semplice ma efficace: replicare un indice di mercato, come l’S&P 500 o il FTSE MIB, investendo negli stessi titoli inclusi nell’indice.

  • Evidenze a favore: Diversi studi dimostrano che, su lunghi orizzonti temporali, la gestione passiva tende a offrire rendimenti superiori rispetto alla maggior parte dei fondi attivi, grazie a costi di gestione inferiori e a una strategia priva di interventi soggettivi.
  • Efficienza dei costi: Gli ETF (Exchange-Traded Funds) e i fondi indicizzati sono notoriamente economici, con commissioni annuali che spesso non superano lo 0,20%, contro l’1-2% tipico dei fondi attivi.
  • Stabilità e prevedibilità: Replicare un indice elimina il rischio di decisioni errate da parte dei gestori e offre un’esposizione diversificata e stabile nel tempo.

Il caso Warren Buffett: l’elogio della gestione passiva

Un esempio iconico dell’efficacia della gestione passiva è dato da Warren Buffett, uno degli investitori più celebri al mondo. Nel 2008, Buffett ha lanciato una sfida a un hedge fund, scommettendo che un semplice ETF sull’S&P 500 avrebbe battuto i fondi attivi su un periodo di 10 anni.

Risultato? Nel 2018, l’ETF sull’S&P 500 ha registrato un rendimento del +125%, mentre la media dei fondi attivi sfidanti si è fermata al +36%. Buffett ha usato questo esempio per sottolineare come, per la maggior parte degli investitori, un approccio passivo e a basso costo sia la scelta più intelligente nel lungo termine.


Perché scegliere la gestione passiva (ma con il supporto di un consulente esperto)?

La crescente popolarità della gestione passiva non significa che la gestione attiva sia priva di valore. Esistono gestori attivi capaci di ottenere rendimenti superiori, ma identificarli non è semplice. Qui entra in gioco il ruolo del consulente finanziario:

  • Analisi approfondita: Un bravo consulente è in grado di valutare le performance storiche, i costi e le strategie di un fondo attivo per identificare quelli che offrono valore reale rispetto al benchmark.
  • Approccio bilanciato: Molti portafogli di successo combinano fondi passivi per garantire stabilità e costi contenuti, con fondi attivi selezionati per opportunità specifiche di rendimento superiore.

Conclusioni

Scegliere tra gestione patrimoniale attiva e passiva non è una questione di “meglio o peggio”, ma dipende da ciò che è più adatto ai tuoi obiettivi, alla tua propensione al rischio e alle tue esigenze personali.

Buffett stesso ha sottolineato che, per la maggior parte degli investitori, una strategia passiva rappresenta una scelta vincente, grazie a costi inferiori e risultati prevedibili. Nonostante ciò, esistono fondi attivi capaci di generare valore, ma identificarli richiede competenze e un’analisi approfondita.

Ecco perché il supporto di un consulente finanziario esperto è fondamentale: può aiutarti a costruire un portafoglio bilanciato che combina la semplicità e l’efficienza della gestione passiva con le opportunità specifiche offerte da una gestione attiva ben selezionata.

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